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BIAF 2015 - 17esimo Bucheon International Animation Festival 

23/10/2015

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È iniziato oggi, 23 ottobre, il 17esimo Bucheon International Animation Festival (부천 국제 애니메이션 페스티벌, BIAF), festival del cinema di animazione ospitato a Bucheon 부천, poco fuori Seoul 서울, nota come “la città del fumetto” per via del Korea Manhwa Museum 한국만화박물관 e per numerose altre attività legate alla cultura POP che li si tengono. Organizzato per la prima volta nel 1999, quest’anno il Festival si rinnova a cominciare anzitutto dal nome. Nato, infatti, come “Puchon International Student Animation Festival”, dall’edizione 2015 muta il suo nome in “Bucheon International Animation Festival”, dove “Bucheon” sostituisce, in accordo con il sistema di romanizzazione ufficiale del Governo Coreano, (New Romanization), la dizione “Puchon”, romanizzazione nel Sistema McCune-Reischauer, mentre l’abbandono di “Student” apre la rassegna anche alla partecipazione di animatori professionisti, in accordo al nuovo progetto degli organizzatori del Festival finalizzato a fare del BIAF uno dei più importanti Festival di animazione del mondo. Come ha anche precisato Jang Dong-yeul 장동열, Capo della commissione Organizzativa del BIAF, a partire da quest’anno la rassegna non perde la sua tradizionale vocazione di palcoscenico per talentuosi studenti di animazione, ma si arricchisce della presenza di affermati animatori sia coreani che stranieri, con l’obiettivo di accrescere l’importanza internazionale del Festival. Lo dimostra, in proposito, la centralità della “International Student Competition”, competizione che ha lo scopo di individuare i giovani animatori più talentuosi, il cui premio, per le categorie Short Animated Films (meno di 30 minuti) e New Media Content (include differenti formati come Internet/web, Mobile-based, grafica in stopmotion, animazione interattiva ecc.), resta il più ambito. Tra gli altri scopi del Festival, il cui slogan è per l’edizione 2015 “Ani+One”, diventare uniti attraverso l’animazione, ricordiamo quello di fungere da collegamento tra i maggiori festival di animazione del mondo quali quello di Annecy, Hiroshima, Ottawa, Stoccarda nonché di promuovere la conoscenza e l’apprezzamento del mondo dell’animazione, forma d’arte spesso, purtroppo, ancora oggi considerata di seconda categoria. 
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Quest’anno sono stati ben 1137 i film di animazione inviati al BIAF i quali, rigorosamente scrutinati dai selezionatori del Festival, hanno portato alla costituzione della rosa dei 160 film, 130 dei quali in competizione, che verranno proiettati nel corso della rassegna.
Come film d'apertura verrà proiettato "
April and the Extraordinary World" di Christian Desmares, Frank Ekinci. Mentre a chiudere la rassegna sarà il film vincitore della competizione.
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Ambasciatrice onoraria del BIAF 2015 è Sunny 써니, membro del gruppo Idol femminile Girl’s Generation 소녀시대, che, oltre ad essere una fan dell’animazione, ha anche lavorato al doppiaggio in coreano di alcune famose pellicole quali “Rio 2”. 
La rassegna si svolgerà interamente nella cittadina di Bucheon dal 23 al 27 ottobre, mentre le proiezioni avverranno presso il Bucheon City Hall 부천시청, il CGV Bucheon e il Korea Manhwa Museum 한국만화박물관. 
I biglietti sono acquistabili online, tramite il sito ufficiale, o direttamente sul luogo della rassegna. 

Per avere maggiori informazioni, riportiamo di seguito il link della pagina ufficiale del festival: clicca qui
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Mostra speciale "Hanbok, Our Beloved" (한복, 우리가 사랑한) 15 settembre - 1 novembre

23/9/2015

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Il vestire è una componente fondamentale della vita umana; esso stesso è, anzi, definizione di umanità e civiltà. In Asia Orientale, più che in altre aree del mondo, l’abito identifica i popoli; il kimono 着物, in Giappone, il qípáo 旗袍, in Cina, lo hanbok 한복, in Corea. In occasione del 70esimo anniversario dell’Indipendenza del paese dal Giappone (광복 70주년 기념 한복 특별전), tra i numerosi eventi organizzati nella capitale Seoul 서울 figura un’interessante mostra sullo hanbok, l’abito tradizionale coreano, patrocinata dal Ministero della Cultura, dello Sport e del Turismo (문화체육관광부), e organizzata in cooperazione dallo Hanbok Advancement Center (한복진흥센터), il Kyungwoon Museum (경운 박물관), il Pavillion of Lee Rhe Za Hanbok (이리자 전시관), Korea Tourism Organization (한국관광공사). Il titolo della mostra, che si svolge nel Cheongwadae Sarangchae 청와대 사랑채, museo della Residenza presidenziale, è “Hanbok, Our Beloved” (한복, 우리가 사랑한), e questa ripercorre la storia dell’abito coreano a partire dalla fine degli anni ‘40 del Novecento sino ai nostri giorni, oltre che a celebrare la bellezza dell’abito tradizionale, oggi indossato solo in occasioni speciali quali il primo compleanno, il matrimonio, la festa di Chuseok (Giorno del Ringraziamento), che quest’anno si terrà il 27 di settembre. 
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L’esposizione, ad ingresso gratuito, si compone di 6 tappe. All’inizio della mostra, una linea del tempo permette allo spettatore di guardare indietro settant’anni dai giorni nostri (Sezione 2, 한복, 시대와 함께 흐르다), fornendo, attraverso foto d’epoca, un’idea dell’atmosfera di quei tempi. Prima di questa, però, colpisce la possibilità di poter lasciare un proprio commento o un’impressione per scritto sullo hanbok e, a giudicare da molti di questi, forte risulta l’attaccamento dei coreani all’abito tradizionale, nonché l’interesse sempre più crescente da parte degli stranieri per questo che, più che un indumento, è quasi sempre una vera e propria opera di alto artigianato tessile. Alla prima parte della mostra appartengono poi importanti pezzi quali tre degli hanbok dell’attuale Presidentessa Park Geun-hye (박근혜 대통령), ormai noti al mondo perché da lei indossati in occasione di eventi ufficiali e vere e proprie icone della sua politica di Diplomazia Culturale (Sezione 3, 한복, 세계를 품다), così come gli hanbok indossati da Rhee Seung-man (이승만 대통령), il primo Presidente della Corea del Sud, e dalla First Lady Francesca Donner Rhee (Sezione 4, 한복, 빛을 되찾다). Segue poi una panoramica delle evoluzioni stilistiche e in termini di materiale, fabbricazione e decorazione che, attorno agli anni ‘50 e ’60, hanno interessato il jeogori 저고리, la piccola camicetta, e la ch’ima 치마, la lunga gonna, che rispettivamente compogono la parte superiore e inferiore dell’abito tradizionale coreano. Tra queste, ricordiamo l’introduzione del nylon nella produzione dello hanbok, avvenuta dopo la Guerra di Corea, così come una diffusione nella produzione di abiti in broccato e in velluto, resi relativamente più economici dal fatto che, a partire dagli anni Sessanta, questi tessuti, un tempo esclusivamente importati da Cina e Giappone, cominciarono ad essere prodotti in Corea. Tra le sezioni successive la 10, intitolata “The Golden Era of hanbok” (한복 황금시대), è sicuramente una delle più interessanti in quanto incentrata sulla condizione dell’abito coreano tra gli anni ‘70 e ‘80, periodo nel quale, per via della rafforzamento del nazionalismo avvenuto sotto Park Jung-hee (박정희 대통령), vi fu una sorta di riscoperta e rivalutazione dello hanbok innalzato a uno dei simboli dell’identità coreana. Con la fine del regime dittatoriale (fine degli anni Ottanta) lo hanbok comincia a prestarsi a contaminazioni esterne, preludio alla sua rivisitazione in chiave moderna avvenuta di recente nell’ambito dell’alta moda. In proposito, quale esempio, possiamo citare lo hanbok commemorativo delle Olimpiadi di Seoul del 1988, “88 Seoul Olympic Hanbok”, uno dei pezzi più interessanti della mostra assieme al costume di “Miss Corea 1977”, premiato come Miglior Abito Nazionale. Non manca poi una parte dedicata agli hanbok che compaiono in famosi drama in costume, una produzione cinematografica molto apprezzata anche all’estero e che ha contribuito alla diffusione, all’interno di quel fenomeno conosciuto come hallyu, “Korean Wave”, alla conoscenza dello hanbok al di fuori della Corea (Sezione 11, 한복과 한류). Conclude la mostra una parte dedicata allo hanbok modernizzato che oggi, grazie al contributo di abili stilisti coreani, calca le passerelle dell’alta moda in ogni angolo del mondo (Sezione 16, 한복, 경계를 넘어서).
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Per concludere, “Hanbok, Our Beloved”, mostra che si tiene dal 15 settembre al 1° di novembre, è, seppur nelle sue piccole dimensioni, un gioiello con i suoi quasi novanta abiti, assolutamente unici, che permettono al visitatore di farsi un idea più che ampia della bellezza di uno dei patrimoni più significativi della cultura coreana.


Link utili:


Sito ufficiale del Hanbok Advancement Center:  http://www.hanbokcenter.kr/
Blog ufficiale del Hanbok Advancement Center: http://blog.naver.com/hanbok_kr
Pagina Facebook del Hanbok Advancement Center: https://www.facebook.com/hacofficial


Guida ufficiale della mostra in coreano:
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BiFan 2015: Bucheon International Fantastic Film Festival

19/7/2015

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Ha avuto inizio giovedì 16 luglio la 19esima edizione del Bucheon International Fantastic Film Festival (BiFan, 부천국제판타스틱영화제), ospitato a partire dal 1997 nella cittadina di Bucheon (부천), poco fuori la capitale Seoul (서울), per vocazione proiettata verso la cultura POP come testimoniato anche dalla presenza del Korea Manhwa Museum 부천만화박물관 (Museo dei manhwa). La rassegna si è aperta con la proiezione del film "Moonwalkers" del regista francese Antoine Bardou-Jacquet, e il tema principale dell'edizione 2015 è "Love, Fantasy and Adventure". 
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"Moonwalkers" del regista francese Antoine Bardou-Jacquet
Quest'anno sono ben 235, delle quali 65 proiettate per la prima volta, le pellicole in concorso, provenienti da 45 differenti paesi. Come sostenuto dagli organizzatori, il BiFan, sino allo scorso anno conosciuto come PiFan per via del differente sistema di romanizzazione adottato per rendere il nome in caratteri latini, si differenzia dagli altri festival a medesimo tema in quanto esso ha lo scopo di presentare tutte le possibili declinazioni del genere fantastico. Si spazia, infatti, dal genere horror e grotesque, per passare alla fantascienza vera e propria (sci-fiction), al suspense-thriller, alla commedia e alle love story e via discorrendo.
Inaugurato nel 1997 (la rassegna si tenne dal 29 agosto al 5 di settembre e vi parteciparono 27 paesi con 111 film) con l'obiettivo di affermarsi in breve tempo quale il principale palcoscenico, in Corea e in Asia, della produzione cinematografica a genere fantastico, ha con il tempo assunto un carattere sempre più internazionale, coinvolgendo ogni anno un numero sempre più crescente di film e paesi (al 2008, 11esima edizione, erano, ad esempio, 39 i paesi ospitati e 201 i film proiettati, contro i 45 e 235 dell’edizione di quest’anno). Il Festival si struttura in un programma organizzato in cinque sezioni (Bucheon Choice: Feature, Bucheon Choice: Short, European Fantastic Film Festival Federation Asian Award, Netpac Award, LG HiEntech Award), tutte non competitive ad eccezione delle sezioni “Bucheon Choice”, al vincitore della quale viene consegnato il premio “Golden Kebbi” che consacra la pellicola quale “Best of Bucheon”, e quella sponsorizzata dalla LG,  e la rassegna vede la partepicazione, all’incirca, di un pari numero tra lungometraggi e film corti.
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Poster dell'edizione 2007
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Post dell'edizione 2011
Anche l’Italia vanta la sua presenza al Festival, iniziata nel lontano 1998 con il film “L’arcano incantatore” del noto regista Pupi Avati, e con gli anni questa è sempre più aumentata. Quest’anno, ad esempio, partecipano ben cinque film, quattro in collaborazione con altri paesi, mentre “Bloody Winter”, della sezione Fantastic Short Films, del regista Leonardo Pepi e del produttore esecutivo coreano Filippo YouSuk Oh, già ospiti dell’edizione 2014 con il loro lungometraggio “Fiori di Baal”, è interamente un prodotto italiano.

La sede principale dell’evento è il palazzo del Comune di Bucheon (부천시청), raggiungibile per mezzo di metro (linea 7, fermata Bucheon City Hall 부천시청역) e autobus dai principali quartieri di Seoul. I film vengono proiettati nei cinema presenti nei pressi del palazzo del Comune e nel ㅏKorea Manhwa Museum. Le proiezioni si concluderanno il 24 luglio con la cerimonia di conclusione seguita dalla proiezione del film di chiusura “The Chosen: Forbidden Cave” (퇴마 : 무녀굴) del regista coreano Kim Hui (김휘), già noto per il film “Tidal Wave” (Haeundae, 해운대), mentre fino al 26 luglio proseguirà l’esposizione BiFan2015 Movie Toy exhibition presso lo Art Center di Bucheon City Hall. 
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“The Chosen: Forbidden Cave” (퇴마 : 무녀굴)

Per maggiori informazioni rimandiamo al seguente link www.bifan.kr (disponibile anche in lingua inglese), nel quale è possibile anche acquistare i biglietti per assistere alle proiezioni.

Trailer ufficiale del BiFan 2015:
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