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[FESTIVITÀ] Seollal (설날): Capodanno lunare

8/2/2016

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Ogni anno ricorre in Corea il Seollal 설날, Capodanno Lunare, detto anche lo Hanguke-ui Seollal (Hangukŭi Sŏllal) 한국의 설날 (Capodanno lunare coreano), una festività condivisa anche con Cina e Giappone, le cui celebrazioni si tengono, a seconda degli anni, tra l’ultima settimana di gennaio e l’ultima settimana di febbraio, ovvero nel giorno del secondo novilunio del solstizio d’inverno. Nonostante venga festeggiato anche il capodanno del calendario gregoriano, il giorno di Seol è più sentito rispetto a questi, essendo una delle due festività (l’altra è quella di Chuseok (Ch’usŏk) 추석) più importanti in Corea. In questa giornata la maggior parte dei coreani ritorna al proprio paese natale per trascorrere le vacanze con i propri cari, sparsi in tutto il paese o nel resto del mondo.
Le origini delle celebrazioni di Seolnal, anche noto con i nomi di sesu 세수 (歲首), wondan 원단 (元旦), wonil 원일 (元日), sinwon 신원 (新元) ecc., risalgono addirittura al periodo di Silla 신라 (I secolo a. C. - 935), come testimoniato da un passaggio presente nel Samguk Yusa 삼국유사 三國遺事 (Memorie storiche dei Tre Regni, 1280) che ci parla della celebrazione di questa giornata tenutasi nell’anno 488, nono anno di regno del sovrano Bicheo (Pich’ŏ) 비처 (毗處) (noto anche con il nome postumo di re Soji 소지 마립간 (炤知 麻立干), r. 479-500), celebrazione questa poi tramandata anche a Goguryeo (Koguryŏ) 고구려 e Baekje (Paekche) 백제. Il Goryeosa (Koryŏsa) 고려사 (高麗史, Storia di Goryeo, 1451), poi, riferisce che in periodo di Goryeo (918-1392) il giorno di capodanno era una delle nove più importanti festività comprendenti le cerimonie di omaggio agli antenati.
Oggi come in passato la festività di Seolnal è trascorsa con la famiglia, e questa si articola su tre giorni: la vigilia, detta seotdal geumeum 섣달 그믐, il giorno di seol vero e proprio e il giorno ad esso seguente, tutti e tre festivi. Le celebrazioni si compiono solitamente nella casa del primogenito maschio, che accoglie così tutti i parenti e organizza la cerimonia chiamata charye 차례 (茶禮, Cerimonia dell’offerta del tè), nel caso specifico del nuovo anno chiamata seolcharye 설 차례 (detta anche saehaecharye 새해 차례 o jeongjodarye 정조 다례 (正朝茶禮 Cerimonia dell’offerta del tè del Nuovo Anno), una cerimonia di saluto ai defunti e agli antenati delle quattro precedenti generazioni. 
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charye (차례)
Per l’occasione i parenti portano alcuni doni quali, oggigiorno, set preconfezionati di cibi in scatola come tonno e prosciutto cotto, olio di sesamo, olio di semi o oliva, o set componbili a scelta dell’acquirente basati di solito su confezioni di manzo coreano (han-woo 한우), o biscotti tradizionali coreani (han-gwa 한과), set di liquori, di cioccolattini, di prodotti per la cura del corpo ecc., acquistati in confezioni regalo presso supermercati e grandi magazzini. 
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La vigilia è vissuta con grande fermento, a cominciare dai preparativi necessari per raggiungere la località dove si incontreranno i propri cari. Ogni anno si verifica un vero e proprio esodo nel giorno della vigilia o in quello immediatamente precedente la stessa con le autostrade, i treni e gli autobus presi letteralmente d’assalto dalla popolazione, come testimoniato dai biglietti esauriti addirittura qualche settimana prima, in uno spostamento di massa che fa raddoppiare se non triplicare i normali tempi di percorrenza; ad esempio per andare da Seoul 서울 a Busan 부산 ci si impiega con la macchina di norma circa 4-5 ore che diventano, in questo particolare periodo, non meno di 10. Una volta raggiunta la destinazione, al mattino della vigilia si compiono delle grandi pulizie all’interno e all’esterno dell’abitazione, mentre nelle campagne ancora oggi al pomeriggio si bruciano le canne di bambù tagliate al mattino nel giardino. Si crede infatti che lo scoppiettante suono prodotto da queste che ardono allontani gli spiriti malvagi dall’abitazione. 
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Le donne della famiglia, nel frattempo, guidate dalla moglie del primogenito, sono indaffarate nella preparazione dei cibi che saranno poi consumati la vigilia e il giorno seguente, e ad imbandire la tavola del charye detta charyesang 차례상 (in questo caso specifico chimata seolcharyesang 설차례상, banchetto cerimoniale di Seol), con questi ultimi denominati sechan (sech’an) 세찬. 
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postazioni dei piatti del Seolcharyesang
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Seolcharyesang (설 차례상)
Questi cibi includono differenti tipi di pietanze la cui qualità varia ovviamente in base alle disponibilità economiche delle famiglie che, eccezionalmente per questa giornata, di solito non badano a spese. Tra questi non manca mai il tteokguk (ttŏkguk) 떡국, brodo di gnocchi di riso. Per tradizione si crede che ogni volta che una persona mangi un piatto di tteokguk la sua età aumenti di un anno, per tale ragione solitamente questo piatto si consuma quasi esclusivamente in questo periodo quando, appunto, con l’arrivo del nuovo anno, l’età incrementa (esiste poi anche la credenza opposta secondo la quale chi non mangia tteokguk nel giorno di Seolnal non invecchia di un anno). 
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tteokguk (떡국)
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mandutguk (만둣국)
Vengono inoltre consumati anche il mandutguk 만둣국 (brodo con mandu ravioli), vari piatti a base di carne, e una vasta varietà di dolci tradizionali, associati a questa giornata, come i gangjeong 강정 (sweet rice puffs) e i yakgwa 약과 (biscotti fritti al miele).
Per quanto riguarda le bevande, due delle più popolari legate a questa ricorrenza sono lo sikhye 식혜 (bevanda a base di riso), ritenuto di buon augurio per l'anno a venire e il sujeonggwa 수정과 (bevanda a base di cannella).
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gangjeong (강정)
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yakgwa (약과)
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sikhye (식혜)
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sujeonggwa (수정과)
In passato la sera della vigilia si credeva che portasse male andare a letto, infatti specialmente ai bambini, veniva detto che nel caso si fossero addormentati, la mattina seguente avrebbero trovato le loro sopracciglia sbiancate; questa usanza viene chiamata suse 수세 (守歲). (La veglia svolta nella vigilia del nuovo anno lunare è conosciuta anche come byeolse 별세 (addio al vecchio anno), bul balkigi 불밝히기 (tenere le luci accese), o hae jikim 해지킴 (stare di guardia per il [nuovo] anno).

Si credeva inoltre che un yagwanggwi 야광귀, o fantasma notturno luminoso, scendesse nel mondo degli umani durante questa vigilia per rubare delle scarpe. Se le scarpe erano della sua taglia, il fantasma le prendeva, conferendo cattiva sorte al loro proprietario, per tutto l'anno a venire. In alcune zone si credeva che questi fantasmi arrivassero durante la notte seguente la prima luna piena, che cadeva nel quindicesimo giorno del primo mese lunare. Per questa ragione i primi sedici giorni del nuovo anno venivano chiamati “i giorni dei fantasmi”, e le persone nascondevano le loro scarpe in un posto sicuro per evitare che venissero rubate da questi spiriti malvagi (inoltre nel tentativo di tenere lontani questi fantasmi, alcuni appendevano dei setacci per il riso alle pareti della casa, o bruciavano semi di cotone o peperoncino di modo da produrre un forte odore che avrebbe tenuto lontano i fantasmi).
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yagwanggwi 야광귀
Secondo la tradizione, nella mattina di capodanno, una volta alzatisi, tutti i membri della famiglia fanno il bagno e indossano lo hanbok 한복 (abito tradizionale coreano) nuovo e per questo detto seolbim (sŏlbim) 설빔 o sejang 세장 (歲粧). Oggi tale tradizione è andata perdendosi e, di solito, sono solo i bambini, e fino ad una certa età, ad indossare il seolbim dai colori sgargianti, auguranti un buon futuro per i piccoli. Gli adulti, invece, cercano almeno di indossare un accessorio nuovo quale possa essere una camicia, delle calze ecc. Permane tutt’ora, invece, la tradizione di acquistare e appendere in casa il bokjori (pokjori) 복조리 (福笊籬), un utensile da cucina usato per sciacquare il riso, che si dice porti fortuna e ricchezza per l’anno nuovo.
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bokjori (복조리) moderni
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bokjori (복조리) classici
Una volta che tutto è pronto si da inizio al charye; questa cerimonia di saluto non differisce da quella che si svolge per chuseok, fatta eccezione per la presenza del tteokguk sulla tavola per gli antenati. Dopo aver reso omaggio agli antenati con due profondi inchini da parte dei membri della famiglia, si consuma tutto il cibo presente sul banchetto della cerimonia. In seguito si realizza un altro rito di omaggio, questa volta ai propri genitori e ai membri più anziani della famiglia; si tratta del sebae 세배 (歲拜), i saluti del nuovo anno. I più giovani salutano con un inchino i più anziani accompagnando questo con l’augurio “Saehae bok mani badeuseyo 새해 복 많이 받으세요 (Le auguro molta fortuna per il Nuovo Anno)”; i genitori per ripagare questo gesto fanno dono ai figli di un sacchetto contenete del denaro detto sebaetdon 세뱃돈. Realizzati così gli auguri per il nuovo anno e consumato il pranzo della festa, nel primo pomeriggio la famiglia si reca al cimitero per far visita ai propri cari. Se la festa di Seolnal capita tuttavia durante la settimana, la visita ai parenti defunti viene anticipata al fine setimana precedente.
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In questa giornata non mancano inoltre attività ricreative con le quali i membri della famiglia si intrattengono. Una di queste è il gioco tradizionale chiamato yutnori (yunnori) 윷놀이, ancora praticato specie nei piccoli paesini di campagna, che consiste nel lanciare quattro bastoncini di legno la cui somma dei punteggi su di essi segnati permette di far muovere il proprio segnapunti come in una sorta di gioco dell’oca. In passato poi i coreani si divertivano anche con il gioco degli aquiloni, yeonnalligi (yŏnnalligi) 연날리기, carico anche di significati augurali; infatti ad un certo punto del gioco il filo dell’aquilone veniva tagliato e questo lasciato volare lontano di modo che esso portasse con se lontano anche le sventure dell’anno passato.
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yut (윷), trottole tradizionali (팽이) e aquillone (연)
Oggigiorno, invece, tutte queste usanze hanno lasciato il passo al ritmo frenetico della vita; pochi sono infatti i negozi che chiudono nelle grandi città per questa festività mentre i servizi principali sono sempre garantiti con le medesime fasce orarie dei giorni feriali; anche in famiglia, spesso, non si ha la possibilità di riunirsi tutti a causa dei vari impegni dei diversi membri (studio, lavoro, ecc.) e pertanto ci si limita alle volte a semplici telefonate o brevi chiacchierate dove si ripercorre quanto avvenuto nell’anno passato e si stilano i programmi per l’anno nuovo.

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[CULTURA] - Il Giorno dell'Indipendenza della Corea (광복절)

15/8/2015

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Tra le festività pubbliche della Corea, il 15 agosto è in assoluto la giornata più importante in quanto in essa viene celebrato il Gwangbokjeol 광복절 (光復節), ovvero il Giorno dell'Indipendenza della Corea, in conseguenza alla dichiarazione di resa del Giappone pronunciata per mezzo radio in quello stesso giorno del 1945 dall'imperatore Hirohito. 
Si concludevano così i 35 anni più duri di tutta la storia del Paese del Calmo Mattino, con i patrioti coreani che, finalmente, potevano riversarsi nelle strade e nelle piazze di tutto il Paese per festeggiare il raggiungimento di quell'indipendenza per la quale avevano ferocemente combattuto, e a poter innalzare la bandiera nazionale, Taegukgi 태극기, bandita dai giapponesi durante il periodo di colonizzazione, e con essa tappezzare, in segno di libertà, tutti gli edifici del Paese. 
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Foto storiche della parata e dell'esposizione pubblica della bandiera nazionale Taegukgi (태극기)
Nella commemorazione di questa giornata, riconosciuta come festività nazionale a partire dal 1 ottobre 1949, sono numerose le attività e gli eventi che vengono svolti, a cominciare dalla cerimonia ufficiale tenuta dal Presidente della Repubblica che si tiene nella Sala dell'Indipendenza della Coreana, Dongnip Kinyeomgwan 독립기념관, o presso il Centro culturale Sejong, Sejong Munhwa Hoegwan 세종문화회관, ad altri eventi come concerti nella piazza di City Hall (시청), entrate gratuite nei palazzi reali e nei musei, e persino viaggi in autostrada senza pedaggio. Gli edifici pubblici e le case inoltre espongono la bandiera nazionale, mentre girando per la città è possibile udire la canzone "Gwangbokjeol 광복절 노래", scritta da Jeong Inbo 정인보 composta da Yoon Yongha 윤용하, la quale viene utilizzata nelle cerimonie ufficiali che celebrano questo evento.
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Cenni storici dell'invasione giapponese In Corea
L'occupazione giapponese della Corea fu conseguenza di quella particolare condizione nella quale la Penisola si trovava alle soglie del XIX secolo. In quel periodo la Corea era infatti un paese feudale che si stava da poco aprendo agli stranieri dopo un lungo periodo di forte opposizione nei confronti delle richieste di relazioni diplomatiche e commerciali da parte dell'Occidente, condizione questa che era valsa alla Penisola l'appellativo di “Paese eremita”. A quel tempo il Giappone rappresentava in Asia Orientale l'elemento di maggior dinamismo, avendo esso ottenuto negli ultimi decenni dell'Ottocento una forte crescita industriale che lo spinse, al fine di sopperire alla scarsità nell'arcipelago di materie prime necessarie a sostenere quest'ultima, ad orientarsi verso una politica estera di tipo espansionistico. Tale politica, in verità, non era motivata da sole ragioni economiche ma anche dalla volontà di raggiungere una posizione di sicurezza e di prestigio internazionale tale da scoraggiare gli attacchi stranieri e di modo da scongiurare un rischio di assoggettamento così come accaduto alla Cina. La prima tappa dell'espansione giapponese fu proprio la Guerra sino­giapponese per il controllo della Corea, la quale ebbe inizio a seguito dell'incertezza che vigeva nella Penisola in merito alla gestione della rivolta dei tonghak 동학 (dottrina orientale), un movimento nazionalista che proponeva il ritorno ai modelli tradizionali per mezzo del contrasto dell'incremento della presenza straniera in Corea, la quale non solo stava destabilizzando l'economia nazionale (le eccessive importazioni facevano della Penisola quasi uno stato coloniale mentre l'agricoltura, sino ad allora il motore del paese, cominciava a soffrire a causa dell'invasione dei capitali e delle merci straniere, per non parlare poi dell'aggravio delle tasse per i contadini) ma anche modificando le tradizionali correnti di pensiero. La forza inaudita della rivolta dei tonghak, sottovalutata dal governo coreano, portò l'allora sovrano Kojong 고종 왕, anche su pressione della sua consorte, la Regina Min 명성황후(Myeongsung), a chiedere aiuto ai Qing, i quali sbarcarono ad Asan 아산 l'8 giugno 1894. Tale azione violò il Trattato di Tientsin sulla Corea del 18 aprile 1885, che proibiva ai due paesi il dispiego di forze armate sul suolo coreano; da ciò lo sbarco giapponese a Incheon 인천 il 10 giugno. Conclusasi la Guerra sino­giapponese con la pace di Shimonosoki del 17 aprile 1895 che sancì la vittoria nipponica, il Giappone incrementò il processo di riorganizzazione della Penisola coreana per porre questa sempre più sotto la sua influenza, processo in verità iniziato già durante il summenzionato conflitto.

L'ingresso della Corea nell'orbita giapponese fece crescere i timori delle potenze occidentali, specie di Francia, Germania e Russia, le quali avviarono azioni per limitare il potere nipponico. Anche la Regina Min fu favorevole a questa azione tanto che il suo partito cominciò ad orientarsi su posizioni filo­russe. Ciò portò i giapponesi a prendere l'estrema decisione di eliminare la consorte del re; fu così che una spedizione di ultranazionalisti nipponici, la mattina dell'8 ottobre del 1895, fece irruzione nel palazzo reale, sequestrò e picchiò selvaggiamente il sovrano Kojong e l'erede al trono Sunjong 순종 e, giunti nelle stanze della Regina Min, la uccisero barbaramente dopo averne abusato più volte. Per insabbiare poi l'accaduto e supportare la tesi dell'allontanamento volontario, il corpo della Regina Min, ulteriormente seviziato, si dice, allorché inerme, fu dato alle fiamme in un parco vicino; moriva così, a soli 44 anni l'ultima regina coreana, in un episodio che è passato alla storia con il nome di Eulmi Sabyeon 을미 사변 “tragedia dell'anno Eulmi”. L'escalation di violenza e l'incertezza che regnava in Corea e sulla scena internazionale (gli autori della strage al Palazzo Reale restarono, infatti, impuniti), portarono il sovrano Kojong e il suo erede a fuggire, l'11 febbraio del 1896, presso la legazione di Russia, presso la quale formò un esecutivo costituito da ministri filo­russi e accusò di tradimento, destituendoli, i ministri filo­giapponesi. L'esilio di Kojong durò però solo un anno; nel 1897 infatti il sovrano tornò nel suo Palazzo, non quello Gyeongbok 경복궁, sede usuale, ma quello di Deoksu 덕수궁, fatto appositamente costruire vicino alle legazioni straniere per essere più sicuro; fu in tale sede che il 12 ottobre del 1897 si proclamò imperatore del Daehan Jeguk 대한 제국 (L'Impero del Grande Han), una condizione alla quale, tuttavia, non corrispondeva un effettivo potere politico che, di fatto, restava conteso fra russi e giapponesi. Proprio questa rivalità portò alla guerra russo­giapponese la quale, conclusasi ancora con una vittoria nipponica, vedeva la Russia riconoscere la Corea sotto la sfera d'influenza giapponese. Incapace di contrastare in patria il potere nipponico, l'imperatore Kojong chiese aiuto all'opinione pubblica internazionale inviando clandestinamente tre delegati alla Conferenza internazionale per la pace dell'Aia (giugno 1907) per chiedere l'intervento delle potenze partecipanti al fine di liberare la Corea dall'oppressione straniera; la risposta fu negativa. Saltata così l'ultima possibilità, una volta che i giapponesi si accorsero del piano dell'imperatore Kojong, questi fu costretto ad abdicare, il 19 luglio 1907, in favore del figlio Sunjong, l'ultimo sovrano della Corea, costretto a sottoscrivere il 24 luglio 1907 l'accordo che faceva della Corea un vero e proprio protettorato nipponico. Questa condizione, mal tollerata dai coreani, portò a numerose proteste e azioni terroristiche e di guerriglia ma il risultato fu un ulteriore inasprimento della politica coloniale nipponica, la quale portò, il 29 agosto del 1910, alla piena annessione della Penisola al Giappone. Questo giorno è chiamato dai coreani il “Giorno della scomparsa del nostro paese” (우리 나라가 없어지던 날). Da allora seguirono 35 anni di oppressione nei quali i giapponesi lavorarono per annullare se non distruggere l'identità coreana; basti pensare al divieto di parlare in pubblico e di insegnare a scuola la lingua coreana, di poter esporre la bandiera nazionale, di esprimere liberamente le proprie idee e il proprio credo, e seppur vi furono parziali benefici, specie in campo economico, da questa occupazione, essi non sono assolutamente paragonabili alle sofferenze patite dal popolo coreano. Eppure non mancarono coraggiosi movimenti di resistenza come il samil undong 사밀 운동 Movimento del 1° marzo 1919, durante il quale, tuttavia, la proclamazione dell'indipendenza della Corea sulla base del diritto di autodeterminazione dei popoli enunciato il 18 gennaio del 1918 dal Presidente Wilson nei suoi «Quattordici Punti» e la susseguente manifestazione pacifica dei patrioti coreani fu oggetto di una violentissima repressione che, a conclusione dei fatti portò nel paese alla morte di quasi ottomila persone e a oltre settantamila tra feriti e arrestati. Come sappiamo, però, fu dal 1930 al 1945 che si registrarono gli anni più duri dell'occupazione giapponese con la forzata deportazione di giovani coreani, uomini e donne, da impiegarsi sul fronte della seconda guerra mondiale come soldati o come “truppe di conforto” o all'interno delle fabbriche giapponesi come manodopera a basso costo, il tutto prima di giungere al 15 agosto del 1945, il giorno del raggiungimento della condizione della «Corea libera e indipendente».
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[CULTURA] Chilseok (칠석) e la leggenda di Gyeonwoo e Jignyeo (견우와 직녀)

8/7/2015

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Via Lattea
In Asia Orientale il settimo mese dell'anno (calendario lunare) è caratterizzato da precipitazioni più o meno forti, che spesso assumono la connotazione di una vera e propria stagione delle piogge. In Corea questa è nota come jangmacheol 장마철 e ha inizio nella seconda metà di giugno e si conclude verso la fine di luglio. 
In questo periodo si addensa la maggior parte delle precipitazioni annue, e in antichità, per spiegare questo fenomeno, furono creati diversi racconti a tema.

Il più famoso di questi è "La storia di Gyeonwoo e Jignyeo" (kyŏnuwa chingnyŏ)(견우직녀, 牽牛織女), che descrive l'amore tra le due stelle Jignyeo-Vega e Gyeonwoo-Altair.
Nata in Cina, ("Storia di Niulang e Zhinü", 牛郎織女), e comune anche al Giappone ("Storia di Gyoro e Shokujo", 牛郎織女), narra dell'amore tra il giovane pastore, Gyeonwoo, e la tessitrice, Jignyeo, figlia del Sovrano del Cielo. 
Numerose le versioni di questa leggenda, di cui la più antica è datata addirittura a oltre 2600 anni fa. 
Secondo la versione più comune, un giorno Jingyeo, mentre lavorava al telaio, vide dalla finestra della sua abitazione lungo il Fiume della Via Lattea il giovane Gyeonwoo che pascolava i suoi buoi. La ragazza, attratta dal giovane che per il suo bell'aspetto e per le sue buone maniere, era tenuto in grande considerazione in tutto il Cielo, se ne innamorò, e fu così che sotto la benedizione del Re celeste i due si sposarono. Dopo le nozze però, i due innamorati, presi dal loro amore, si dimenticarono delle loro occupazioni e così i buoi del ragazzo, senza controllo, finirono per rovinare i giardini celesti mentre in tutto il Cielo vennero a mancare le stoffe. Il Re del Cielo, infuriato, convocò i due sposi chiedendo che tornassero alle loro attività, ma dopo poco tempo i due ripresero a divertirsi senza curarsi del loro lavoro. E fu così che il Re decise di punirli separandoli: Gyeonwoo a Est e Jignyeo a Ovest della Via Lattea. Ai due giovani fu concesso solo di vedersi una volta all'anno, il settimo giorno del settimo mese. Questi, tristi per la loro condizione, presero a piangere ininterrottamente e ciò provocò grandi alluvioni sulla Terra. Gli animali, per risolvere questa situazione, dopo essersi consultati, su proposta delle gazze e dei corvi, decisero di creare con i loro corpi (l'assenza di piume sulla testa delle gazze e dei corvi si dice sia dovuta ai passi dei due amanti sulla testa degli uccelli), nel giorno del loro incontro, un ponte, chiamato ojakgyo (오작교, 烏鵲橋), di modo che i due amanti potessero stare insieme, sebbene per una sola giornata. Alla sera, infine, dovendosi separare, si dice che le loro lacrime generino una leggera pioggia.
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Lanterna rappresentante la leggenda di Gyeonwoo e Jignyeo (견우와 직녀)
La ricorrenza della leggenda di Gyeonwoo e Jingyeo viene festeggiata in Corea nel giorno di Chilseok 칠석 (七夕). Dal punto di vista climatico essa segna un abbassamento delle temperature dovuto all'arrivo delle piogge monsoniche. Dal punto di vista alimentare esso segnava in passato anche la fine della dieta a base di grano; i venti di Chilseok infatti rovinerebbero in parte il raccolto ed è per questo che in questa giornata si mangiano i Milguksu (밀국수), spaghetti di farina di grano in brodo, i Miljeonbyeong (밀전병), delle crespelle sottili alla farina di grano che si consumano insieme alle verdure e carne, il Baekseolgi (백설기) dolce tradizionale coreano a base di riso ecc.
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Miljeonbyeong (밀전병)
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Baekseolgi (백설기)
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