Titolo: Una dolce voluttà (Hyŏ 혀)
Autore: Jo Kyung-ran (조경란)
Traduzione dal coreano a cura di: Vincenza D'Urso
Editore: Piemme
Data di pubblicazione in Corea: 2007
Data di pubblicazione in Italia: 2011
Prezzo: 15,50 € (Prezzo di copertina)
Pagine: 250
Genere: Romanzo
Trama:
Nella vita ordinata e felice di Chŏng Chiwŏn (Jung Ji-won) 정지원, ragazza 33enne che di professione fa la chef, si è aperto uno squarcio profondo come una ferita da coltello. Sŏkju (Seok-Ju) 석주, il ragazzo da lei amato con il quale aveva realizzato grandi progetti per una lunga vita futura insieme, l'ha lasciata per mettersi con Seyŏn, una bellissima ex-modella, dal giovane incontrata proprio nella Cucina di “Wŏn”, la scuola di cucina che Chiwŏn e Sŏkju, brillante architetto, avevano realizzato nella loro accogliente casa. Venuta a sapere nel peggiore dei modi della relazione tra i due, Chiwŏn, chiusa la sua scuola, ritorna a lavorare presso il Nove, il ristorante dove era impiegata prima di licenziarsi per mettersi in proprio. Sprofondata rapidamente nel baratro della depressione, Chiwŏn finisce per dedicare tutta se stessa al lavoro che più la gratifica, la preparazione di nuovi piatti e la ricerca di nuovi sapori che possano soddisfare il suo raffinato senso del gusto. Ma proprio l'eroticità e il piacere derivato dalla degustazione dei piatti, così come l'ambiente nel quale lavora, quella cucina dove si è consumato per la prima volta il tradimento dell'uomo da lei amata, la proietta in un ciclo ossessivo caratterizzato dall'incapacità di rassegnarsi all'allontanamento da Sŏkju, che da lei non intende più far ritorno, e da una progressiva degradazione morale che la spingerà poi a perseguire una crudele vendetta.
Recensione coreanico:
Hyŏ 혀 (Lingua), in italiano tradotto con il titolo di “Una dolce voluttà”, è il primo romanzo di Jo Kyung-ran 조경란 (1969 - ) ad essere pubblicato nel nostro paese. Uscito in Corea nel novembre 2007, il romanzo suscitò da subito una grande attenzione mediatica dovuta soprattutto ad un piccolo giallo legato alla sua pubblicazione. All'indomani della messa in commercio del libro, infatti, Jo Kyung-ran fu accusata da Ju Yi-ran 주이란, una scrittrice emergente, di aver plagiato, nel titolo e nella trama, l'opera da lei presentata ad un concorso di letteratura sul finire del 2006 nel quale Jo Kyung-ran faceva parte della giuria. Jo si è difesa nelle sedi opportune ma non è riuscita ad impedire la pubblicazione del romanzo, con medesimo titolo, da parte dell'autrice emergente Ju che, comunque, non ha avuto lo stesso successo di “Una dolce voluttà”.
“Una dolce voluttà” narra la fine drammatica di una storia d'amore tra una coppia affiatata che, dopo tanti anni vissuti insieme sotto lo stesso tetto, si trova a doversi dire addio. La fine di un amore è una cosa spesso dura da superare. Difficilmente, infatti, due persone si separano consensualmente e comunque la separazione lascia sempre un vuoto e un senso di dispiacere per ciò che si credeva dovesse essere la storia di una vita. Nel nostro caso a soffrire maggiormente la separazione è Chiwŏn, la ragazza protagonista, la quale è proiettata in una forte depressione conseguenza del fatto che Sŏkju, il suo fidanzato, non vuole più avere a che fare con lei. Ciò che Chiwŏn non riesce a fare è recidere il legame che la lega ancora a Sŏkju. In questo non è facilitata dal fatto che il ragazzo le lascia la casa dove i due avevano vissuto per lungo tempo, così come il suo cane, il fedele Paulie, “che ha ancora il suo profumo”. Chiwŏn dovrebbe tagliare di netto, come fa con gli ingrediente delle sue ricette, quel lembo, ormai ridotto ad un brandello sfilacciato, che la legava a Sŏkju, ma non vi riesce, sprofondando in una forte depressione che la porta, per trovar solievo, a dare tutta se stessa in ciò che sa fare meglio, ovvero cucinare. La ricerca della perfezione, la minima cura nei dettagli nella preparazione delle ricette, i passaggi, da seguire come in un rituale, necessari a realizzare i piatti, acquistano così un'importanza enorme per la ragazza e per il lettore, chiamato esso stesso a partecipare al rito. Nel leggere il romanzo, infatti, viene proprio voglia di cimentarsi nella preparazione dei piatti descritti come anche viene voglia di assaporarli per provare un piacere che va al di là del solo gusto. Il piacere provato da Chiwŏn nel preparare e gustare piatti nuovi è un piacere visivo, olfattivo e tattile allo stesso tempo. È un'estasi dei sensi, proprio come avviene con il sesso. Le descrizioni minuziose, che non tralasciano alcun dettaglio, vengono applicate sia ai corpi umani che a quelli animali che, uccisi nelle maniere più varie e originali, diventano pietanze. In “Una dolce volutta”, cibo, eros e thánatos si intrecciano, con l'amore morboso e ossessivo che li lega assieme. Nelle culture dell'Asia orientale, sesso e cibo sono tra di loro strettamente connessi; il grande pensatore cinese Kǒng Fūzĭ 孔夫子 (Confucio, 551 a. C. – 479 a. C.) sostiene che “Il mangiare, il bere e le relazioni sessuali tra uomo e donna costituiscono i principali desideri umani”, mentre il suo discepolo Mèngzǐ 孟子 (Mencio, 370 a. C. - 289 a. C.) ha detto che “Mangiare e fare sesso è nella natura dell'essere umano”; in Giappone il “banchetto sul corpo di donna” è detta essere un'antica e veneranda tradizione gastronomica, mentre anche nella più confuciana Corea classica i letterati solevano intrattenersi con leggiadre fanciulle consumando piatti prelibati tra cui quelli a base delle ricercatissime radici di ginseng (cor. insam 인삼), cibo afrodisiaco della quale la Corea classica era il principale produttore in tutta l'Asia orientale. È proprio attorno a questo binomio che Jo Kyung-ran costruisce la sua storia dove anche il tema della separazione, della solitudine, della depressione acquistano grande importanza, in un romanzo interessante, sicuramente da leggere, ad opera di una delle voci femminili più notevoli della letteratura coreana contemporanea.

Jo Kyung-ran 조경란 (趙京蘭, 1969 - ) nasce a Seoul e si laurea in Scrittura Creativa al Seoul Institute of the Arts 서울예술대학교. Nel 1996 fa il suo debutto letterario con l'opera The French Optician (Pullansŏ angyŏngwŏn 불란서 안경원, 1996) che vince l'ambito Premio Donga-Ilbo. Ad esso seguono, tra gli altri, Time for Breaking Bread (Sikppang kupnŭn sikan 식빵 굽는 시간, 1997), My Purple Sofa (Naŭi chajupit sop'a 나의 자주빛 소파, 2000), Looking for the Elephant (K'okkirirŭl ch'ajasŏ 코끼리를 찾아서, 2002), Una dolce voluttà (Hyŏ 혀, 2007), I Bought a Baloon (P'ungsŏnŭl sassŏ 풍선을 샀어, 2008). Vincitrice di numerosi premi letterari, i suoi romanzi sono stati tradotti in ebraico, francese, inglese, italiano, spagnolo, tedesco.