Titolo originale: Shin Angyo Onshi (新暗行御史) - Shin amhaengeosa (신암행어사)
Storia di: Youn In-wan (윤인완)
Disegni di: Yang Kyung-il (양경일)
Editore italiano: J-POP
Editore originale: Daewon C.I (Corea) – Shogakukan (Giappone)
Data di pubblicazione in Italia: 2007 (edizione Play Manga) -
Data di pubblicazione originale: 2001-2007
Volumi: 17 + 1 (Shin Angyo Onshi Gaiden)
Prezzo: 6,00 €
Genere: Seinen – fantasy - storico
Trama:
Munsu è uno degli ultimi "Angyo Onshi" (amhaengeosa 암행어사 in coreano), ispettori con incarichi di polizia segreta inviati nelle regioni del Paese a vigilare sulla correttezza dei magistrati e degli amministratori locali, e sta errando alla ricerca dell'essere diabolico che ha contribuito alla caduta e alla rovina della sua amata patria, Jushin (쥬신).
Si imbatterà per questo in varie vicissitudini, che lo vedranno di volta in volta fronteggiarsi con gli aspetti più oscuri dell'animo umano, con l'aiuto della sua Sando e del suo Bangja, nonché dell'“Armata fantasma di Jushin”, un esercito che può essere evocato da lui per mezzo del mahai (mapae 마패 in coreano), uno dei tre medaglioni simbolo del suo status di angyo onshi, in un perfetto intreccio di storia, costume e fantasy.
“Blame of the Phantom Master - Shin Angyo Onshi” (新暗行御史, in coreano “Shin Amhaengeosa“ 신암행어사), è un fumetto scritto da Youn In-wan (윤인완) e disegnato da Yang Kyung-il (양경일), autori che vedono già diverse collaborazioni, tra le quali Island (아일랜드), Defense Devil (디펜스 데빌) e Deja-vu (데자뷰), ma che guadagnarono il loro vero successo a livello internazionale, come coppia artistica, proprio grazie a questo fumetto.
Prodotto in Giappone, ma pubblicato contemporaneamente nel 2001 dalla casa editrice Shogakukan (小学館) e in Corea, dalla Daewon C.I (대원씨아이), è composto da 17 volumi, più un volume autoconclusivo intitolato “Shin Angyo Onshi Gaiden”(신암행어사 외전), che contiene una raccolta di capitoli dedicati ad alcuni personaggi della serie, più una piccola storia dal titolo “The fools”, che rappresenta il debutto dei due autori in Giappone.
Nel 2005 inoltre, in Corea esce anche un guidebook, sempre edito dalla Daewon C.I, narrato da Bangja, dove si scoprono dettagli ulteriori sulla storia, sui personaggi ed alcuni retroscena e curiosità.
Grazie all’enorme successo del fumetto, nel 2004 venne realizzato, tramite la collaborazione di uno studio di animazione giapponese (Oriental Light and Magic) e di uno coreano (Character Plan), una versione animata intitolata “Phantom Master: Dark Hero from the Ruined Empire”.
Questo progetto rappresenta la prima collaborazione tra Corea e Giappone, per quanto riguarda i film di animazione, e i ricavati vennero infatti suddivisi tra i due paesi.
Proiettato per la prima volta come film d'apertura della sesta edizione del PISAF (Pucheon International Student Animation Festival, oggi adattato in Bucheon), e subito dopo uscito contemporaneamente nelle sale coreane e giapponesi, vanta anche la collaborazione con Boa (보아), cantante coreana che vede la sua carriera divisa tra Corea e Giappone, la quale registrò in giapponese la canzone “Song with no Name”, concepita appositamente per questo film, mentre “My Name”, traccia principale del suo quarto album, venne adottata come sigla finale.
Anni dopo la casa editrice J-POP decide di rilanciare la serie con il nuovo titolo “Blade of the Phantom Master”, proponendo un'edizione nettamente migliore della precedente.
Aggiunse quindi una sovracopertina, con illustrazione anteriore differente da quella posteriore e pagine iniziali a colori su carta spessa, per una maggiore fedeltà all'edizione originale.
Inoltre, oltre alla parte grafica si ha anche un miglioramento della traduzione, condotta nell’edizione J-POP, dal giapponese all’italiano, rispetto alla versione precedente, ed un'impaginazione dei balloons più corretta.
Da notare anche il fatto che, come succede per molti altri titoli, questa edizione venne inserita nella collana manga della casa editrice, essendo essa un’opera prodotta principalmente in Giappone, anche se da autori coreani.
Ciò che caratterizza l'intera opera comunque, è la volontà degli autori di condividere la storia e il patrimonio culturale del loro paese, inserendo in tutta la narrazione leggende o personaggi realmente esistiti, reinterpretandoli e caratterizzandoli in maniera innovativa, stravolgendone anche la vera storia a volte.
Lo stesso protagonista, Munsu (문수 文秀), è infatti ispirato a Pak Munsu (박문수 朴文秀 1691-1756), noto ufficiale governativo del periodo Joseon (조선 1392-1910), che in quest'opera viene raffigurato come un anti-eroe, solitario e arrogante. Ciò è sicuramente l'opposto dell'ideale immagine dello amhaengeosa, eroe confuciano e, pertanto, giusto, che combatte le ingiustizie stando sempre dalla parte dei più deboli e dei bisognosi.
Munsu è un anti-eroe anche nel fisico; non è infatti possente, anzi, soffre di una strana malattia che lo espone spesso a grandi pericoli.
Nel proseguo della storia verrà poi affiancato dalla forte e bella Chun Hyang (춘향 春香), personaggio del racconto storico tradizionale coreano Chun Hyang-jeon (Ch’unhyang-jŏn) 춘향전, (la sua vicenda ha ispirato anche molte altre opere, tra cui “La leggenda di Chun Hyang”, manga delle famose fumettiste giapponesi CLAMP) che diviene la sua Sando (산도 山道), guardia del corpo, così come dal buffo Bangja (방자 房子) (anch'esso personaggio del racconto sopra citato), suo aiutante e simbolo di fedeltà. Proprio la bella Sando, che corre in aiuto di Munsu nei momenti più difficili, ribalta di fatto la tradizionale costruzione narrativa che vede solitamente il protagonista maschile giungere in aiuto della controparte femminile.




Per esempio Mito (水戸), uno tra i personaggi importanti presenti negli ultimi volumi, al quale è dedicato anche un approfondimento nel quale si spiega che la sua figura è stata tratta da Tokugawa Mitsukuni (徳川光圀 1628-1701), personaggio storico realmente esistito, noto anche con i soprannomi di Mitokōmon (水戸黄門) e Mito Mitsukuni (水戸光圀), anch’esso angyo onshi nell'antico Giappone.
Gli sfondi sono realizzati con molta cura e attenzione al dettaglio e contribuiscono a rendere la giusta atmosfera storica, raffigurando quello che erano i villaggi e le architetture tipiche dell'epoca.
Apprezzabili sono anche le illustrazioni e le pagine colorate di inizio volume, semplici nell'utilizzo del colore ma molto d'effetto.
Tenendo conto anche del periodo in cui è uscita, risulta essere una storia innovativa, che porta il fumetto di argomento storico su di un livello nuovo, e seppur possa risultare carente sotto alcuni punti di vista (tra cui un finale forse troppo sbrigativo), la caratterizzazione dei personaggi è così forte da rimanere impressa anche dopo aver completato l'intera serie.
Un fumetto quindi che consigliamo di leggere anche ai non appassionati di racconti svolti nel passato, in quanto l'unione di diversi temi lo rende apprezzabile da un pubblico vasto, anche se maturo, vista la presenza di molte scene che potrebbero infastidire i più sensibili.